Quaresima in Comunione
| Fabio Lo Cascio | Non categorizzato
Quarta Domenica 30 marzo
Dal Vangelo di Luca 15,28.31-32
Il figlio maggiore si indignò e non voleva entrare. padre allora uscì a supplicare il figlio, tu sei sempre con me atto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore
a figura del figlio maggiore ci riguarda più di quanto pensiamo. Anche noi, infatti, davanti alla grandissima misericordia di Dio che fa festa per ogni nostro fratello che si converte, ci arrabbiamo e ci ostiniamo a non voler condividere la sua gioia. Commovente è, però, l'atteggiamento del Padre, che pare quasi abbassarsi davanti a noi per implorarci di prendere parte alla sua gioia. Chissà se sapremo lasciarci contagiare da questa umiltà e conquistare da questa com- passione!
Preghiamo
Signore Gesù,
facciamo fatica a gioire
per ogni fratello che ritorna a casa,
forse perché non abbiamo mai conosciuto
il volto misericordioso del Padre
che innanzitutto ha avuto pietà di noi
e che ci invita, a nostra volta,
a condividere la sua gioia per ogni figlio ritornato in vita.
Terza Domenica 23 marzo
Dal Vangelo di Luca 13,6-8
Gesù disse questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Tagliolo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". ". Ma quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime"».
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
L'Anno del Giubileo. Siamo nel tempo della pazienza, delle possibilità, delle dilazioni gratuite, tutt'altro che scontate, da far fruttare al massimo. Il Signore non si rassegna asradicarci, infecondi, dal terreno della vita. Invece dilaziona.magnanimo, e attende! Chissà... Forse... E un'attesa operosala sua, tutta protesa a prendersi cura di noi, donandoci tutto ciò che ci serve per produrre frutto: zappa il terreno e mette il concime. Collaboriamo docilmente alla sua azione, tanto necessaria per la vita.
Preghiamo:
Gesù Salvatore.
grazie perché ci offri sempre possibilità nuove
per convertire la nostra vita al tuo amore,
e perché non ci abbandoni mai
quando non produciamo il frutto sperato.
Aiutaci a collaborare con te
nel fare al meglio la nostra parte,
così che il tuo lavoro non sia vano.
Seconda Domenica 16 marzo
Dal Vangelo di Luca 9,28-31
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambio d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia. apparsi nella gloria. e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
L'immagine del salite sul monte esprime bene il desiderio profondo di ogni uomo di incontrare il Signore: il monte.luogo più vicino al cielo, permette di sentire. anche sensibilmente, la presenza di Dio. Anche Gesù ama ritirarsi sul monte alla sera delle sue giornate. Li, solo con il Padre suo, vive un colloquio intenso. Ogni volta che ci ritiriamo in preghiera. anche noi ci mettiamo concretamente alla presenza del Signore che ci rivela la sua gloria, sorprendendoci e riempiendoci di gioia.
Preghiamo
Gesù,
suscita anche in noi la nostalgia
di incontrarti nell'intimità della preghiera
e donaci il coraggio di "salire sul monte" con te,
soli, per vedere il tuo volto,
contemplare la tua bellezza
e ritornare nella nostra quotidianità
arricchiti e trasfigurati dalla tua presenza.
Prima Domenica 9 marzo
Dal Vangelo di Luca 4,1-2
Gesù, pieno di Spirito Santo, si diavolo. Non mangiò nulla in
allontanò dal Giordano ed era quei giorni, ma quando furono
guidato dallo Spirito nel deserto, terminati, ebbe fame.
per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni,
ma quando furono terminati ebbe fame.
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l’uomo"».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Il deserto è il luogo della purificazione. Gesù vi entra do-
Ipo aver ricevuto, durante il Battesimo, la pienezza del dono
dello Spirito. È proprio lo Spirito a guidarlo e a sostenerlo nel-
lo scontro frontale con la potenza malvagia del divisore. Nel
deserto l'umanità di Gesù appare tutta protesa a sostenere
questa lotta nella quale anche i bisogni primari sembrano
scomparire per riemergere alla fine come purificati. In que-
sto Anno santo, entriamo anche noi con Lui nella purificazio-
ne quaresimale, sorretti dallo Spirito.
Preghiamo
Signore Gesù,
guidaci nel deserto
e sostienici tra le dune
di quella solitudine purificatrice,
quando dentro infuria
la violenza della tempesta!
Sappiamo che, dalle sabbie roventi della tentazione,
riemergeremo nuovi nel cuore e nella vita.